Varie opportunità d’investimento in America Latina

 

 

La crisi economica drammaticamente scoppiata in Argentina nel Dicembre 2001 travolse tutto il sistema, sia politico che economico, ed assieme ad esso la credibilità del Paese dinanzi a tutto il mondo. A distanza di soli quattro anni l’Argentina, non senza fatica e pur essendo sempre un Paese sotto osservazione, sta recuperando su tutti i fronti, ed in particolar modo, per quello che interessa in questa sede, su quello economico, sia per quanto concerne l’export che per l’attrazione degli investimenti esteri diretti.

ITALIA- ARGENTINA – Le relazioni commerciali tra l’Argentina e il nostro Paese sono state chiaramente influenzate dalla crisi del 2001 e infatti ne hanno seguito l’andamento, contraendosi nel 2002 per poi riprendersi negli anni successivi. I due Paesi sono accomunati dalla omogeneità del tessuto imprenditoriale, composto per entrambi da micro-imprese, molte delle quali a conduzione familiare, che ha costituito per anni, come sappiamo, il successo nel mondo del nostro sistema produttivo (anche se nell’ultimo periodo detto sistema si è andato sempre più modificandosi proprio per fronteggiare la concorrenza dell’est europeo e asiatica, con la creazione ed il potenziamento di distretti e poli produttivi, nonché consorzi di imprese con iniziative coordinate). L’Argentina, essendo stato nel secolo scorso l’approdo per moltissimi emigrati, molti dei quali italiani, vanta tradizioni comuni con il nostro Paese e questo costituisce indubbiamente un fattore di vantaggio anche per le relazioni commerciali che possono così avvenire in un clima di maggiore fiducia, non incontrando tutti quegli ostacoli di accesso al mercato estero che comunemente si incontrano per gli altri Paesi, proprio perché la lingua è comune a molti interlocutori e la prassi degli scambi commerciali è perlopiù simile, attingendo a fonte comune. Per quanto concerne l’interscambio tra i due Paesi, l’Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi fornitori (dopo Brasile, Stati uniti, Cina e Germania) ed esporta in Argentina principalmente macchinari industriali, prodotti chimici e manufatti metallici; mentre, ponendosi alla ottava posizione come Paese cliente, importa dall’Argentina prodotti alimentari, prodotti animali o animali, pelli grezze o prodotti in pelle. Se analizziamo i settori che stanno registrando un considerevole sviluppo negli ultimi anni scopriamo che essi sono legati, in larga misura, alle risorse naturali presenti sul territorio argentino, secondo una tendenza che ha visto riscoprire, immediatamente dopo la crisi del 2001, le ricchezze del territorio. Per il comparto settore alimentare, la produzioni di carni bovine (famose in tutto il modo sono le carni bovine – esportate soprattutto negli USA – e gli allevamenti argentini), il settore lattiero-caseario, l’avicolo hanno registrato un trend positivo di crescita. Per il comparto della carta si è registrato nel 2004 il livello di produzione più elevato dell’ultimo decennio, sia per la crescita della domanda interna che per l’export (gli investimenti in questo settore sono diretti ad ammodernare i processi produttivi, attraverso l’inserimento di nuovi macchinari). Anche l’editoria e la stampa sono in crescita, quest’ultima  proprio per la richiesta di etichette per gli imballaggi degli alimentari. Per quanto riguarda l’industria manifatturiera argentina, dobbiamo segnalare che il settore automobilistico ha visto aumentare le vendite del 100%, anche se non ha ancora raggiunto gli standard registrati nel periodo anteriore al 2001. I settori in crescita sono anche quelli della gomma e della plastica, quello metalmeccanico (grazie alla domanda di macchine agricole, utensili e elettrodomestici), dei prodotti chimici, minerali non metallici (a seguito della ripresa delle opere infrastrutturali e statali) e metalli di base (per l’edilizia, per il comparto auto etc.).

GLI INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI – In Argentina sono sorte dal 2004 al 2005 ben 24.000 nuove imprese, con una crescita del 5,9% per le aziende dell’industria, del commercio e dei servizi (la microimpresa ha generato il più alto tasso di impieghi, anche se la forza lavoro si concentra per la maggior parte nelle medie e grandi imprese). Questo dato dimostra la dinamicità con cui si sta muovendo il tessuto imprenditoriale, anche grazie agli investimenti esteri diretti, che comunque, dopo la crisi del 2001, non sono ancora ripresi in maniera sufficiente a soddisfare l’esigenza fortemente sentita dal mercato argentino di attrarre i capitali esteri al fine di rinnovare i processi produttivi e garantire un più elevato livello occupazionale (si calcola che rispetto al periodo pre-crisi, oggi gli IDE siano 38% in meno). L’80% degli investimenti effettuati in Argentina nel 2004 è di origine straniera, e precisamente, in ordine di percentuali di investimento, proviene dalla Spagna, dagli USA, UK, Canada, Francia e Italia, e si è concentrato nei seguenti settori: attività estrattive, infrastrutture, industria manifatturiera, commercio e servizi. Tra i principali investimenti italiani in argentina troviamo, ma l’elenco non è certamente esaustivo: Banca Intesa, BNL, FIAT, Ferrero, Italgas, Impresilo, Rana, Telecom e altri; accanto a questi vi sono poi tanti medio-piccoli insediamenti frutto di de-localizzazioni produttive delle nostre PMI che hanno stretto joint-ventures con partner locali. L’ICE ha promosso nell’arco del 2005 una serie di eventi in cui gli imprenditori argentini ed italiani, ma non solo, anche le istituzioni dei due Paesi hanno avuto modo di incontrarsi e confrontarsi circa la possibilità di avviare proficue forme di collaborazioni in vari settori (settore delle macchine agricole e per pelli e cuoio, settore della pesca, settore dell’ambiente etc.) Un’iniziativa degna di nota è sicuramente il progetto Argentina nato da una convenzione (del 2003) tra ICE e Regione Emilia-Romagna che supporta il progetto di internazionalizzazione delle aziende emiliane in Argentina e che ha promosso una serie di occasioni di incontro tra gli imprenditori argentini ed italiani, ha inoltre attivato corsi di formazione ed organizzato interventi a fiere, costituendo il “Centro per la collaborazione industriale tra l’Argentina e l’Emilia Romagna” nonché l’”Associazione degli imprenditori emiliano-romagnoli in Argentina”.

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