Le piccole e medie imprese puntano all’Asia

Il programma comunitario ASIA INVEST II è stato concepito per aiutare le imprese, specie le PMI, ad internazionalizzare le proprie strategie di business, favorendo la cooperazione economica dell’Unione Europea con il continente asiatico. L’obiettivo del programma è quello di intensificare il flusso degli investimenti e delle relazioni commerciali tra Europa e Asia. I termini per la presentazione delle domande per l’anno in corso sono due: il 15 marzo e il 9 giugno.

GLI OBIETTIVI – In dettaglio gli obiettivi a cui il progetto tende sono i seguenti: rafforzamento della presenza politica ed economica dell’UE in Asia; sviluppo della conoscenza dell’Europa in Asia e viceversa; aumento del commercio e del flusso di investimenti tra le due aree; rafforzamento del settore privato e delle opportunità di sviluppare il suo business; aumento della  capacità di esportazione e di attrazione degli investimenti esteri da parte delle nazioni meno sviluppate dell’Asia (Afganistan, Bangladesh, Timor Est, Bhutan, Cambogia, Laos, Maldive, Nepal); promozione dell’integrazione dei Paesi asiatici attraverso la Società dell’Informazione; promozione del programma in esame in Mongolia e nella Corea del Nord (Paesi questi diventati nel 2005 destinatari del progetto Asia Invest II).

I DESTINATARI – Destinatari dei fondi (che analizzeremo più avanti) messi a disposizione dal presente programma comunitario sono esclusivamente soggetti giuridici senza scopo di lucro: nel settore pubblico o privato, organizzazioni che rappresentano piccole e medie imprese o intermediari d’affari che promuovono il commercio e gli investimenti tra Europa ed Asia, sempre a condizione che siano no-profit. Così pertanto possono essere destinatari del supporto offerto dalla Unione, fra gli altri, le Camere di commercio, le agenzie governative (ma non può beneficiarne il Governo direttamente), le associazioni degli industriali e professionali, organizzazioni non governative  etc. Tutte queste istituzioni devono avere la propria sede centrale all’interno dell’Unione Europea o in un Paese dell’Asia, tra cui troviamo – oltre i Paesi meno sviluppati supra elencati –  anche Cina (esclusi Hong Kong e Macao), India, Indonesia, Malesia, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam. Tali istituzioni saranno direttamente responsabili della preparazione e gestione del progetto e perciò devono essere dotate di risorse stabili e sufficienti a garantire l’esistenza delle proprie organizzazioni per tutta la durata del progetto.

PARTNERSHIP – L’organizzazione che si candida a richiedere i fondi messi a disposizione deve agire in consorzio con altre organizzazioni partner; il consorzio, infatti, deve coinvolge almeno tre istituzioni (numero minimo), di queste almeno due organizzazioni devono provenire da Stati diversi dell’Unione Europea e almeno una deve avere la sua sede in un Paese Asiatico destinatario di interventi. Verrà data priorità ai progetti che contano un numero di partecipanti superiore al numero minimo, così come a quelli che prevedono la partecipazione di partner provenienti da più Paesi asiatici (specie se meno sviluppati) etc.

LE AZIONI – Il programma ASIA INVEST II destinerà i suoi fondi per a) attività che promuovono il contatto tra PMI europee e asiatiche (si pensi ad attività di promozione, viaggi d’affari in Asia etc.), incluse quelle attività che facilitino la conclusione di contratti di partnership (tali attività, incluse in progetti c.d. VENTURE o INTERPRISE, possono riguardare, rispettivamente, missioni d’affari piccola entità – con un minimo di 15 imprese ospitanti e di 10 imprese in visita e con iniziative multisettoriali – o incontri di medio livello che prevedono la partecipazione di almeno 30 imprese ospitanti e 20 in visita, di solito focalizzate per settori); b) le attività per lo sviluppo del comparto privato, nella forma dell’assistenza tecnica (TECHNICAL ASSISTANCE) alle imprese asiatiche che possano divenire partner per le europee (tali fondi sono disponibili solo per la Mongolia); c) infine attività che mirino al rafforzamento della struttura istituzionale europea in Asia (ALLIANCE), come la rete delle Camere di commercio.

I FONDI E LE MODALITÀ DI FINANZIAMENTO – I fondi messi a disposizione e la percentuale di copertura dei costi sostenuti  per l’iniziativa variano a seconda del tipo di azione prescelta e comunque per ciascuna azione sono individuati dei requisiti minimi per l’accesso ai fondi. Volendo ad esempio esaminare l’azione che mira al rafforzamento delle strutture istituzionali (innanzi punto c), apprendiamo, in primo luogo, che la durata del progetto non deve essere inferiore ai 12 mesi né superare i 36 mesi e che il progetto deve essere presentato almeno da due organizzazioni europee e una asiatica che operano in partnership. A quest’ultimo proposito va detto che un numero maggiore di partecipanti è sempre positivamente valutato, specie in relazione allo scopo di questa componente programmatica che è quello di consentire lo sviluppo delle organizzazioni istituzionali in Asia ed il rafforzamento delle loro relazioni con le controparti europee, al fine di rendere le strutture asiatiche idonee, da un lato, a supportare le realtà economiche locali, e, dall’altro, a facilitare i rapporti commerciali tra Europa ed Asia, che si vanno sempre più consolidando (si pensi alla Cina e all’India). Tra le attività che possono essere finanziate citiamo a titolo esemplificativo, workshop e attività in aula, curate da esperti, per i dipendenti delle istituzioni asiatiche coinvolte; scambio di delegazioni provenienti dalle varie istituzioni europee ed asiatiche; creazione di un database in grado di facilitare lo scambio di informazioni tra le varie istituzioni etc. Il fondo copre i costi sostenuti (purché rientranti tra quelli ammissibili, come il canone di locazione di strutture in cui tenere i corsi, il compenso per gli esperti, viaggio e sistemazione per gli spostamenti delle delegazioni etc.) fino al 75% (o in percentuale maggiore in alcuni casi); il contributo comunitario va da un minimo di 100.000 euro ad un massimo di 300.000 euro. 

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