L’agroalimentare italiano conquista il tedesco

Dopo aver analizzato la normativa  vigente e le opportunità di affari presenti in Romania, uno dei Paesi ottimali per il decentramento della produzione delle imprese italiane, esamineremo adesso il principale Paese di sbocco per i prodotti del “Made in Italy”, la Germania. Nonostante le flessioni negative registrate nei primi mesi del 2002,  la Germania si conferma nostro principale partner commerciale con quasi il 15% di quota delle nostre esportazioni totali. Di questo 15% il 40% è costituito da export di prodotti agroalimentari.

I SETTORI DI MAGGIOR SVILUPPO: IL COMPARTO AGROALIMENTARE – Il successo dei prodotti agro-alimentari del “Made in Italy”, risiede nel mutamento delle preferenze del consumatore tedesco che si sta orientando sempre più verso un consumo buono e sano, in sostanza verso prodotti autentici, di tipo biologico e che abbiano un buon rapporto qualità prezzo. In particolare i settori di maggiore sviluppo in Germania sono rappresentati dai formaggi, dai prodotti da forno, dai dolci, dai prodotti surgelati, dal vino, dai prodotti biologici, dall’olio e dagli insaccati. L’Italia è fornitore leader dell’olio di oliva (il 92% dell’olio consumato è di origine italiana). Inoltre si sta assistendo ad un sempre maggiore aumento del consumo di prodotti biologici, tanto che nel 2001 si è raggiunta la soglia dei 2,5 miliardi di euro di fatturato nel settore nel quale,  nel giro di pochi anni, hanno raggiunto alti livelli di notorietà marchi di prodotti biologici come Bio Wertkost, Grunes Land, Naturkind, Pro Natur, Fullhorn.

LA DISTRIBUZIONE ALIMENTARE – Il sistema distributivo alimentare tedesco è molto concentrato; gli ipermercati ed i supermercati, infatti, detengono il 34,9% del fatturato globale, seguiti  dai discount che globalmente hanno una quota pari al 29,6%. I gruppi distributivi più affermati sono, tra gli altri, Metro, Aldi (il discount più importante), Rewe, Edeka, Schwarz. Sono anche presenti, ma in forte calo in termini di fatturato, le forme tradizionali di negozi e le drogherie, queste ultime punti vendita di prodotti tipici, come prodotti dolciari in genere. Infine in forte diffusione sono i marchi commerciali legati a linee di prodotti italiani e quelli con assortimento di prodotti biologici.(sono marche tedesche che propongono prodotti simili a quelli italiani).

COME VENDERE I PRODOTTI ITALIANI – I CANALI DISTRIBUTIVI – Il produttore italiano ha a disposizione diverse opzioni per vendere i propri prodotti all’interno del mercato tedesco. Oltre alla vendita per corrispondenza e online, il produttore italiano può usare i seguenti canali:

IMPORTATORE (italiano o tedesco) che si occupa della distribuzione .

GROSSISTA (italiano o tedesco) che si rivolgerà ad un Importatore, alla GDO o a Foodservice (si identifica col Foodservice il consumo fuori casa, ristoranti, autogrill etc.).;

GRUPPO D’ACQUISTO che colloca i prodotti alla GDO  convenzionata:

AGENTI (italiani o tedeschi) che curano la collocazione dei prodotti attraverso i grossisti o direttamente attraverso gli importatori;

Ogni tipo di forma distributiva registra pro e contro che dipendono da vari fattori: ad esempio se è vero che se viene scelta la GDO il produttore italiano ne subisce il forte potere contrattuale, paga ingenti listing fees, sforza molto la logistica, è anche vero che può contare su una presenza dei prodotti su tutto il territorio tedesco, dato il razionale e capillare dislocamento dei supermercati e degli ipermercati. Operando, invece, tramite agente i costi di ingresso nel mercato potrebbero essere inferiori,anche se il costo finale del prodotto potrebbe risultare elevato a causa dei diversi passaggi delle merci. L’importatore rappresenta una buona via di mezzo per la sua buona conoscenza del mercato ed essendo un camnale “corto” è facilmente controllabile.

ETICHETTATURA DEI PRODOTTI – NORME PER L’OLIO D’OLIVA – L’etichettatura dei prodotti si deve attenere alle norme contenute nella  direttiva europea 2000/13/CE e successive modifiche. Sulle etichette pertanto devono essere riportate le seguenti indicazioni: denominazione di vendita, ingredienti, quantità degli ingredienti, peso netto, termine minimo di conservazione, condizioni di conservazione, nome del produttore/confezionatore/distributore,  luogo d’origine, istruzioni per l’uso, titolo alcolometrico per le bevande con più di 1,2 % vol). Per quanto concerne l’olio d’oliva, a seguito dell’emanazione del regolamento 1019/2002 della UE del 13 giugno 2002, dal 1 settembre 2002 l’etichettatura dell’olio in Germania è diventata più trasparente: adesso, infatti, è obbligatorio indicare il Paese di origine della materia prima. Pertanto se le olive provengono da  uno Stato Membro o da un Paese terzo diverso da quello in cui è situata l’azienda nella quale l’olio è stato estratto, la designazione d’origine sarà la seguente “olio (extra)vergine di oliva ottenuto in…(designazione dello Stato in cui ha sede l’azienda) da olive raccolte in …(designazione del Paese di provenienza delle olive da cui è stato estratto l’olio)”.

IMBALLAGGI – IL C.D. “PUNTO VERDE” – La normativa tedesca sugli imballaggi è molto puntuale e si registra la crescente propensione del consumatore tedesco ad acquistare solo prodotti i cui imballaggi rientrano nel ciclo di recupero e riciclaggio. In particolare il decreto sugli imballaggi del 12 giugno 1991 impone ai produttori e ai distributori di imballi e confezioni di vendita hanno l’obbligo di ritirare gratuitamente tali confezioni, una volta usate, allo scopo di utilizzarle e riciclarle senza far ricorso alle istituzioni pubbliche di smaltimento rifiuti. Vengono esonerate da tale obbligo quelle aziende che si associano ad un sistema duale di raccolta, in Germania offerto dalla Duale System Deutschland “Der Grune punkt”, in italiano “Punto verde” , logo che deve essere apposto ben in vista sulle confezioni, previa stipula di un contratto di licenza d’uso del marchio con la suddetta società. In molti casi i costi dell’associazione sono sostenuti dagli importatori, ma non è sempre così pertanto è sempre meglio far chiarezza sul punto per evitare di incorrere in sanzioni.

ULTIM’ORA GERMANIA –  NUOVA NORMATIVA FISCALE L’11 aprile 2003 il Consiglio federale tedesco ha varato una riforma assolutamente radicale della legislazione fiscale delle società. Citiamo solo alcune delle riforme attuate che danno la dimensione del grado di appesantimento per le imprese: il sistema del credito d’imposta sarà sospeso per tre anni; le regole CFC (controlled foreign company) saranno inasprite, così come  le vendite e i servizi resi infragruppo (transfer pricing), ed infine saranno disposte norme sulla Thin capitalization per promuovere la capitalizzazione delle imprese  

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