I bandi per gli studi di fattibilità all’estero

Dopo il successo delle misure di finanziamento agli studi di fattibilità ottenuto nel 2005 – primo anno in cui tale nuova misura è stata adottata dal Governo – anche quest’anno ne viene riproposto il bando, con scadenza il prossimo 31 ottobre. Le linee di intervento, come vedremo, sono due, l’una mira alla internazionalizzazione delle aggregazioni di piccole imprese, attraverso il sostegno di progetti congiunti sui mercati esteri, l’altra invece è finalizzata a stimolare la collaborazione all’estero tra Università e/o Parchi tecnoscientifici italiani e imprese nazionali, al fine di accrescere il livello tecnologico delle nostre imprese per competere sui mercati esteri. LE DUE MISURE DI INTERVENTO –  Il Ministero del Commercio Internazionale ha finanziato nuovamente le modalità di intervento istituite nel 2005 e volte a favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, sui mercati di Paesi non appartenenti all’Unione Europea (compresi anche quei Paesi che alla data di scadenza di presentazione delle domande, pur avendo avviato i negoziati di ingresso nell'Unione, non hanno ancora perfezionato la procedura di adesione con la sottoscrizione del relativo Trattato). Le due misure, A e B, hanno come richiedenti soggetti diversi, ma entrambe mirano a far strutturare proposte di investimento che coinvolgano quanti più soggetti privati e/o pubblici possibili. Gli studi di fattibilità devono essere direttamente finalizzati ad investimenti all’estero; infatti rappresenta una condizione essenziale per una positiva valutazione della richiesta l’esplicito e concreto proposito dei richiedenti di effettuare il successivo investimento. Deve infatti essere data prova e contezza delle attività preliminari già poste in essere, illustrando  gli elementi finanziari ed organizzativi già ipotizzati in vista dell’investimento. In altri termini il finanziamento rappresenta l’occasione per realizzare un intervento già programmato che costituisce quindi una vera esigenza dei soggetti richiedenti. Ma veniamo ad esaminare in dettaglio le due misure. – LA MISURA A punta a favorire la realizzazione di progetti di internazionalizzazione congiunti da parte di PMI, come raggruppamenti di imprese o filiere o distretti. Lo studio di fattibilità deve essere finalizzato alla creazione di strutture stabili quali: show room collettivi (esclusi uffici di rappresentanza e punti vendita al dettaglio); centri collettivi di servizi che svolgano funzioni di assistenza  post  vendita,  formazione, gestione di magazzini/ricambi, assistenza tecnica; impianti produttivi di beni o servizi (comprese reti distributive). I soggetti che possono fare richiesta del finanziamento devono essere almeno 5 PMI organizzate in distretti, in consorzi, in raggruppamenti (RTI). I raggruppamenti di imprese possono costituirsi per l’occasione, con l’impegno però di formalizzare l’aggregazione in RTI o altra forma al momento dell’eventuale finanziamento. Le richieste potranno essere presentate anche tramite Regioni, Associazioni settoriali di categoria, nazionali o territoriali, Camere di commercio, purché sottoscritte anche da almeno 5 imprese. Nel caso di Consorzi il cui Presidente sia legalmente autorizzato a rappresentare le imprese associate, sarà sufficiente la sottoscrizione del Presidente, ma dovranno essere indicate le ragioni sociali di almeno 5 imprese che realizzeranno il futuro investimento. Il finanziamento previsto per la misura A ammonta complessivamente a 4 milioni di euro (il doppio della somma stanziata nel 2005), la percentuale dei costi dello studio di fattibilità assunta a carico pubblico è del 75%, fino all’importo massimo di 100.000 euro nel caso di show room e centri collettivi di servizi, fino a 150.000 euro nel caso di impianti produttivi, la restante parte è a carico dei richiedenti. – LA MISURA B punta a stimolare la collaborazione all’estero tra Università, Parchi tecno-scientifici e imprese. Lo stanziamento disponibile per il presente bando ammonta a € 3 milioni di euro. L’intervento consiste nel cofinanziamento fino al 75% delle spese relative a studi di fattibilità direttamente finalizzati ad investimenti all’estero, in altri termini la percentuale dei costi dello studio di fattibilità assunta a carico pubblico è del 75%, fino ad un massimo di € 150.000, mentre i costi residui sono a carico dei richiedenti, ripartiti secondo le modalità che dovranno essere indicate nella domanda. Tale sostegno ha come obiettivo quello di favorire l’inserimento sui mercati esteri delle PMI, specie nei settori innovativi, incentivando la funzione di traino delle Università e dei Parchi tecno–scientifici italiani, quali strumenti efficaci per l’acquisizione e la cessione di tecnologia. ZONE PRIORITARIE – Il Ministero del Commercio Internazionale ha individuato alcune aree geografiche prioritarie, promuovendo una maggiore focalizzazione geografica degli investimenti italiani, pertanto i progetti che interesseranno tali aeree saranno valutati con maggior favore per rispondenza del mercato prescelto con le strategie pubbliche nazionali. Le aree prescelte sono le seguenti: i paesi c.d. “BRIC” (Brasile, Russia, India, Cina), con priorità nel 2007 per l’India (per il  2006 è la Cina); la Turchia (per il quale è necessario dotarsi di  programma promozionale ad hoc) e tutti i Paesi dell’area balcanica, dove possono accedere anche imprese di piccole dimensioni; i Paesi del sud del Mediterraneo compresi i Paesi del Golfo, in special modo gli Emirati, senza tralasciare i paesi industrializzati come Usa e Giappone, che sono considerati Paesi prioritari, “per la notevolissima capacità e propensione al consumo, in cui è importante sostenere la presenza delle nostre aziende e a cui va dedicata un’attenzione particolare nel 2007, in particolare per favorire l’internazionalizzazione delle nostre aziende high tech”. (nella foto i Paesi c.d. BRIC)

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